Giffi Blog
28/10/2025
La sfida del settore forestale non risiede solamente nel taglio degli alberi, ma anche nella logistica applicata nel pieno rispetto dell'ambiente. La logistica a cui si fa riferimento in questo caso è quella della rimozione degli alberi tagliati per la pulizia di una macchia boschiva, un'operazione nota come esbosco o smacchio. Scopriamo come e quando avviene, quali sono le tecniche più usate e come i macchinari moderni hanno cambiato il modo di portarlo a termine.

È un lavoro che richiede esperienza e capacità di scegliere mezzi e tempistiche adatti, perché farlo nel modo giusto minimizza l'impatto sulla rigenerazione forestale. Nello specifico si può dire che l'esbosco è quel complesso e silenzioso insieme di operazioni che porta il legname dal luogo del taglio fino alla strada o piazzale di stoccaggio, rappresentando un ponte tra la natura e l'economia del legno. Al giorno d'oggi questa fase non è più solo questione di forza bruta, richiede un equilibrio perfetto tra potenza meccanica e Gestione Forestale Sostenibile. Vediamo quali attività caratterizzano l'esbosco, in quale periodo è meglio portarlo a termine e quali sono le macchine che rendono il lavoro efficiente e sicuro.
Si può dire che l'esbosco sia la terza grande fase del ciclo operativo forestale, dato che segue l'abbattimento (il taglio della pianta) e l'allestimento (sramatura dell'albero, depezzatura e sezionamento del tronco). Svolgerlo correttamente è fondamentale per la salute a lungo termine del bosco, che è un ecosistema particolarmente fragile. Il principale obiettivo ambientale è operare in modo da non danneggiare gli alberi residui che non sono destinati al taglio, né i nuclei di rinnovazione, ovvero i giovani alberi che stanno crescendo. Il danno al bosco residuo è, in effetti, spesso direttamente proporzionale a una cattiva pianificazione o all'uso di mezzi non idonei.
La fase logistica inizia ben prima della rimozione del legno. È essenziale pianificare le direzioni di concentramento e di esbosco. Questa pianificazione implica l'eliminazione dei corridoi di caduta non ottimali per il trascinamento, che potrebbe altrimenti causare danni. Il concentramento dei tronchi li sposta dalle immediate vicinanze del luogo di taglio verso un punto utile per il carico o l'ulteriore trasporto, come strade forestali, piazzali o stazioni di teleferica. In questa fase la precisione è tutto. In aree dove è necessario un abbattimento selettivo o una potatura preventiva per preparare il corridoio, l'uso di mezzi manovrabili e compatti è indispensabile, proprio per proteggere i singoli alberi residui.
La tradizione ci insegna che ci sono periodi più adatti di altri. In particolare, l'esbosco avviene solitamente nei mesi più freddi, tra l'autunno e l'inverno.
La scelta di questo periodo non è solo questione di tradizione. Iniziare l'esbosco nei mesi freddi porta vantaggi tangibili dai punti di vista operativo, ambientale e di sicurezza:

In passato non si poteva fare affidamento sulle macchine, ma solo sulla forza bruta e sul lavoro di gruppo. Successivamente al taglio alberi lo strumento principale in montagna era lo zappino da tronchi, un attrezzo versatile usato come leva per spostare i tronchi incastrati, o piantato nel legno per il trascinamento. Per i tronchi grandi ovviamente occorrevano più uomini, che conficcavano lo zappino disponendosi ai lati del tronco e a un segnale sollevavano insieme.
Oggi ovviamente la forza muscolare è stata ampiamente sostituita dalla potenza della macchina, anche se il principio rimane lo stesso: ottenere la massima forza di trazione con il minor impatto sul terreno. La necessità di intervenire immediatamente, spesso a causa di eventi eccezionali e calamità naturali, costringe a operare anche in stagioni sfavorevoli. Fortunatamente l'evoluzione tecnologica risponde a questa sfida. L'introduzione di mezzi cingolati, con bassa pressione al suolo e ottimo grip, permette di simulare l'effetto di stabilità e trazione che un tempo era garantito solo dal terreno duro o gelato.
L'esbosco prevede sia l'utilizzo di macchine altamente specializzate, sia quello di macchine più flessibili, per l'estrazione del legname, che avviene affidandosi a tecniche diverse scelte in base al contesto.
Skidder (Esboscatrice): Progettati per trascinare il legname a strascico (diretto o indiretto) tramite cavi o pinze. Sono estremamente potenti, ma se le tecniche operative non sono perfette, possono contribuire all'erosione e al danneggiamento del suolo.
Forwarder: queste macchine sono state concepite per trasportare il carico di tronchi completamente sollevato, minimizzando così l'impatto sul terreno. Sono veicoli dotati di gru idraulica e assi motori autolivellanti, che garantiscono elevata forza di trazione e manovrabilità.
Skidder e Forwarder forestale sono il massimo livello di meccanizzazione forestale, mezzi che possono, da soli, soddisfare gran parte delle necessità che si presentano durante il ciclo boschivo.

Sollevatore telescopico: macchina multiuso per eccellenza, specialmente se dotata dei giusti accessori operativi. Nell'esbosco il Telehandler ricopre il ruolo fondamentale della movimentazione logistica quando il legname è già nel piazzale di concentramento.
Piattaforma aerea ragno: i ragni sono la soluzione ideale quando l'intervento richiede precisione estrema in ambienti delicati o difficilmente accessibili.
Miniescavatore cingolato: non sostituisce i mezzi nei lavori forestali, ma è prezioso in quelli complementari. È compatto, leggero e può ruotare a 360°, quindi è perfetto per la preparazione e la manutenzione della viabilità forestale e dei piazzali.
Quando l'esbosco via terra non è praticabile perché l'ambiente è inaccessibile ai mezzi si può impiegare una teleferica forestale, un sistema di cavi che permette di trasportare il legname in aria. Questo riduce quasi del tutto l'impatto sul terreno. In caso di zone totalmente inaccessibili o dall'altissimo valore ambientale si può addirittura pensare all'esbosco aereo, tramite elicottero. Nella pratica moderna, comunque, i boschi più estesi e complessi vengono gestiti con tecniche combinate.
L'esbosco è una complessa danza tra la preparazione dell'uomo, la struttura del bosco e la potenza della macchina. Gestire questa fase in modo efficiente è l'unico modo per contenere i costi operativi e rispettare appieno i principi della Gestione Forestale Sostenibile. Indipendentemente dal mezzo impiegato, la sicurezza resta il fondamento di ogni operazione forestale. L'operatore deve conoscere i rischi legati all'orografia e saper applicare gli schemi organizzativi corretti, utilizzando sempre i DPI essenziali.
Sono due operazioni completamente diverse, la prima logistica, la seconda distruttiva. Nello specifico il disboscamento è la completa eliminazione della vegetazione per cambiare la destinazione d'uso del terreno.
La selvicoltura è l'insieme di attività di controllo e gestione della foresta. Lo scopo non è solo la produzione di legname, ma anche la preservazione nel tempo del patrimonio forestale.
Un approccio alla gestione della vegetazione che bilanci benefici sociali, economici e ambientali. In pratica permette di continuare a raccogliere legname, ma in modo da non causare danni ambientali.
È la prima grande fase del ciclo operativo forestale. Consiste nel taglio degli alberi e nella loro messa a terra in sicurezza.
È la seconda grande fase del ciclo operativo forestale. Comprende tutte le operazioni che trasformano l'albero in tronchi pronti al trasporto. Ci sono due modalità operative che poi influenzano direttamente l'esbosco: l'allestimento a legna lunga/intera, in cui l'albero viene lasciato quasi intero e l'allestimento a legna corta/selezionata, in cui i tronchi sono accorciati fino a raggiungere 2/4 metri.